Il dolce che non può mancare per chiudere il pasto della domenica partenopeo nella versione super tradizionale nata dall’esperienza di un artigiano d’altri tempi.
Il dolce che non può mancare per chiudere il pasto della domenica partenopeo nella versione super tradizionale nata dall’esperienza di un artigiano d’altri tempi.
250gr Farina Oro Super
6 uova
80gr burro
25gr zucchero
10gr lievito di birra fresco
6gr sale
Per la bagna:
500ml acqua
250gr zucchero
50ml rum
buccia limone o arancia
Per iniziare occorre inserire in una planetaria la farina o metterla su un piano, a fontana, unire zucchero e lievito e impastare unendo, una per volta, le prime due uova. Quando l’impasto ha acquisito già forza aggiungere il sale, impastare e completare con le uova (conservandone una che metteremo in seguito) sempre facendole assorbire una per volta. Aggiungere all’impasto il burro, poi l’ultimo uovo rimasto e impastare ancora un po’. «Non bisogna avere fretta e magari mettere tutte le uova assieme – precisa Sirica -. Si rischia di rovinare l’impasto e questo pregiudica il risultato finale. Bisogna avere tempo a disposizione, non solo per attendere la fase di lievitazione del dolce, ma anche in questa dell’impasto iniziale». Ma proseguiamo con la preparazione.
Il composto, molto elastico, va messo a lievitare in un recipiente per circa 30, 40 minuti. Poi lo si trasferisce nel classico stampo da babà a ciambella anche con i bordi ondulati, precedentemente imburrato, con l’impasto che deve riempirlo per un terzo.
Lo si lascia lievitare ancora a temperatura ambiente o nel forno spento con luce accesa finché non cresce fino all’orlo. In casa come tempistica è da calcolare circa un’ora e mezza. Poi si accende il forno ventilato a 170 gradi e dopo pochi minuti si mette a cuocere il babà per 20, 25 minuti. Nel frattempo ci si dedica alla bagna: in un pentolino si fa scaldare a circa 50 gradi mezzo litro d’acqua con lo zucchero e si aggiunge successivamente il rum. A piacere nella fase sul fuoco si può aggiungere una buccia di limone o di arancia per un sapore ancor più intenso e mediterraneo. Una volta sformato il dolce lo si posiziona su una griglia con al di sotto una teglia e si inizia a bagnare con un mestolo il dolce in modo che possa assorbire la bagna. «Non consiglio di immergere il dolce direttamente in un recipiente con la bagna – suggerisce Sabatino Sirica – perché in casa si rischia di fare un vero e proprio guaio, magari bagnandolo eccessivamente o addirittura rompendolo. Con un mestolo e un lento assorbimento evitiamo problemi». L’operazione con la bagna può essere ripetuta un paio di volte andando a recuperare il liquido liquoroso che si è depositato sulla teglia fin quando il dolce non diventa soffice al punto giusto e si gonfia ancora un po’ proprio come fosse una spugna. Anche se siamo in casa, di fronte ad una preparazione domestica, anche l’occhio vuole la sua parte. E allora con della marmellata disciolta in acqua o la gelatina per dolci si può pensare di spennellare il babà per far assumere alla dolce una maggiore lucentezza. E chi volesse arricchire il babà con una crema?
«Sicuramente crema pasticcera e amarene sono consigliate e piacciono molto – precisa il maestro pasticciere – ma il babà è buono servito anche con panna montata e fragole fresche o fragoline di bosco. Poi la creatività di ognuno farà la sua parte ma ricordiamoci che il babà – come cantava Marisa Laurito nella sua celebre canzone – è una cosa seria».
Per fare il babà non bisogna avere fretta, sia in fase iniziale che di lievitazione del dolce. Si rischia di rovinare l’impasto e il risultato finale!
Per fare il babà non bisogna avere fretta, sia in fase iniziale che di lievitazione del dolce. Si rischia di rovinare l’impasto e il risultato finale!